Fontana dei Cavallucci

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FONTANA DEI CAVALLUCCI

TRECENTO ANNI DI STORIA, DAI FASTI ALLA SPARIZIONE

 

Le quattro fontane dei Cavallucci facevano parte di un gruppo scultoreo composto da quattro fonti realizzate da Giuseppe Marino nella seconda metà del 1700. Anticamente posizionate in Largo Seguenza, erano composte da un massiccio basamento con volute barocche e piccole vaschette per l’approvvigionamento idrico, sopra cui svettava una grande tazza marmorea con ornamento raffigurante un cavalluccio marino cavalcato da un putto.

Raro scatto di Largo Seguenza e le quattro fontane dei Cavallucci, XIX secolo.

Il terremoto del 1908 danneggia il gruppo scultoreo, che viene smembrato per fare spazio al nuovo asse viario di Corso Cavour previsto nel piano regolatore Borzì. Si sceglie di conservare solo le grandi tazze marmoree, due delle quali trasferite presso i depositi del Museo Regionale. Le altre due vasche vengono invece posizionate nel cosiddetto “Chalet” e divise dalle quattro sculture dei cavallucci, questi ultimi alloggiati nel laghetto artificiale alla base del chiostro liberty del Giardino a Mare.

 

Gli ultimi cinquant’anni di storia delle quattro fontane dei Cavallucci assumono toni torbidi dai contorni ambigui. Per fare spazio al “serpentone” degli approdi della rada San Francesco, lo Chalet a Mare viene distrutto e le due tazze marmoree nuovamente smontate, per essere installate alle spalle della Basilica Cattedrale. Dei quattro puttini a cavallo che danno il nome al gruppo scultoreo si perdono le tracce, trafugati durante le operazioni di demolizione.

Nei primi anni 2000, durante i lavori di impermeabilizzazione della Cripta del Duomo, vengono rinvenute le antiche vestigia della Chiesa normanna di San Giacomo. Per fare spazio allo scavo archeologico, una delle due fontane dei Cavallucci viene smontata con l’intento di un successivo riallestimento (nei fatti mai avvenuto). Dell’antico fonte si salva solo la tazza marmorea, interrata in loco “a scopo conservativo”, mentre dei pezzi minori (di cui si annovera il basamento in pietra, la grande vasca inferiore per il convoglio delle acque – in cemento e mattoni – e il cordolo in pietra lavica) non vi è più alcuna traccia. Dalle ultime fonti e documentazioni fotografiche si evincono alcuni pezzi lapidei caricati su un camion e trasferiti verso una destinazione ignota. Dai verbali della Soprintendenza, relativi alle operazioni preliminari di smontaggio della fontana, se ne ipotizza il trasferimento della stessa presso i depositi comunali o del Museo Regionale di Messina (che conserva, tra l’altro, le restanti due tazze).

Ad oggi, tuttavia, non vi è alcuna notizia aggiuntiva circa la destinazione finale degli elementi del fonte. Nel giugno del 2016 Puli-AMO Messina, mediante bando pubblico, adotta lo scavo archeologico di Largo San Giacomo per la gestione e manutenzione ordinaria del sito. Durante le operazioni di pulizia, l’Associazione rinviene la grande tazza settecentesca, che dissotterra e dota per un breve periodo di un impianto idrico ad energia solare. Contestualmente avvia in maniera informale la ricerca dei restanti pezzi della fontana, auspicandone un futuro riallestimento. Le ricerche tuttavia non portano ad alcun risultato concreto, ma continuano ancora oggi a rappresentare una vera e propria “mission” per l’Associazione. La fontana dei Cavallucci e la sua complessa storia verrà scelta come logo di Puli-AMO Messina, quale metafora dell’operato svolto quotidianamente dai volontari per la valorizzazione del al patrimonio storico artistico culturale ed il fortissimo legame alla Bellezza.